“Sacro Cuore” (1902) Quadro dipinto dalla venerabile madre Luisa Margherita |
IL QUADRO DI GESU MISERICORDIOSO
Suor Luisa Margherita amava disegnare e dipingere. Non solo ci ha lasciato composizioni di paesaggi, animali, fiori e nature morte, ma ciò che la rende famosa è il quadro di Gesù Misericordioso.
Secondo la testimonianza di Margherita Reynaud [cofondatrice di Betania del Sacro Cuore], il quadro fu dipinto su ordine del suo direttore spirituale, padre A. Charrier, dopo che suor Luisa Margherita gli aveva confidato di averlo visto in visione.
Per una strana coincidenza anche la mamma aveva chiesto alla figlia di dipingerle un quadro raffigurante il Sacro Cuore, da conservare come ricordo, essendo ormai certa della partenza di tutte le suore di Romans per l’esilio.
La raffigurazione si stacca dalla moda corrente. Il volto del Cristo richiama moltissimo quello della sindone; gli occhi, poi, sembrano scrutare in profondità chi lo guarda. Attorno al capo c’è una duplice aureola: una formata da una corona di spine, l’altra ornata da tre gigli con la scritta Misericordiam volo.
La contemplazione del quadro richiama due atteggiamenti di Gesù: la dolcezza e la maestà, ambedue strettamente legati tra di loro. Inoltre il gesto di Gesù è quello di indicare il costato trafitto. La tunica squarciata, poi, è quasi a forma di cuore. Gesù si manifesta così come il compimento della profezia di Zaccaria: “Guarderanno colui che hanno trafitto” (Gv 19, 37). È la ferita del costato che rivela l’Amore Infinito del cuore di Cristo e diventa la sorgente della Misericordia.
Quanto suor Luisa Margherita scrive nel suo Diario ben sintetizza l’ispirazione di questo quadro:
«Un giorno, prostrata ai piedi di Gesù, lo chiamavo l’unico bene della mia anima, il supremo amore del mio cuore, il tesoro infinito di tutte le ricchezze e, finii per dirgli: “Mio Gesù, come vuoi che ti chiami?”. Egli mi rispose: “Chiamami Misericordia!”. O mia dolce Misericordia, o Gesù, morto d’amore su questa croce, fa’ che, ricondotti a te per l’attrattiva della tua Misericordia, viviamo del tuo amore e per il tuo amore» (Diario Intimo, Venerdì Santo 13 aprile 1900).
Vi è ancora un significato particolare: l’immagine richiama la maestà del “pontefice eterno”, del “divino sacrificatore” che dal costato aperto continua a versare sull’umanità, e in particolare sui sacerdoti, le “onde vivificanti dell’Amore Infinito” (Vedi sotto: “Preghiera a Gesù Pontefice Eterno”)
La trafittura della lancia è al lato destro e così il richiamo alla visione del profeta Ezechiele (cap. 47) è evidente. Gesù è insieme “sacerdote” (Eb 4,14) e “tempio” (Gv 2,21): l’acqua che porta salvezza sgorga sotto il lato destro del tempio; scaturisce con abbondanza tanto da trasformarsi “in un fiume”, che dove scorre fa nascere abbondantemente la vita. In questa luce la ferita del costato si rivela anche come la “porta” (Gv 10, 7) per entrare nel tempio e trovare “misericordia e grazia” (Eb 4, 16).
Un magnifico commento a questa raffigurazione è la pagina scritta da suor Luisa Margherita meditando la parabola del figlio prodigo: esaltazione dell’Amore misericordioso di Dio che si rivela nella persona di Cristo:
«Ho meditato sul figlio prodigo. Che dolce e soave meditazione! Questa parabola è un’immagine squisita della Misericordia Infinita del Cuore di Dio, tracciata dalla mano stessa di Gesù. Quant’è bello osservare minutamente tutti i tratti e vederne le divine bellezze! Dio è Amore. È l’Amore Infinito. (Ibid., ottobre 1905)
Attualmente il quadro si trova nella Cappella di fondazione di Betania del Sacro Cuore a Vische - TO.
(Cfr. pier giorgio debernardi, “Ho incontrato l’amore”, pp. 337-338)
“Preghiera a Gesù Pontefice Eterno” O Gesù, Pontefice eterno, divino Sacrificatore, |